Abstract
Il Dio di Darwin. L'alternativa laica al creazionismo e all'intelligent Design.
L’Origine delle Specie ha introdotto un modo di pensare
che alla fine era destinato a trasformare la logica della conoscenza,
e perciò la trattazione della morale, della politica e della religione.
John DeweyPotremmo leggere il mito della caduta della coppia primigenia di Adamo ed Eva
e la loro scelta di mangiare il frutto dell’albero del bene e del male
come la contrapposizione tra una vita governata dalla responsabilità morale
e una vita governata dal volere di Dio
Eugenio Lecaldano
La scienza moderna è basata su un metodo iterativo di verifica sperimentale di asserti inerenti enti e fenomeni immanenti. In essa non trova spazio alcun concetto di soprannaturalità (ad esempio interventi divini et similia). Ovviamente questo tipo di conoscenza è collocato – e ciò vale per ‘ogni’ teoria scientifica – in una cornice filosofica di fondo. Nella fattispecie, un ‘realismo non ingenuo’ inerente enti fisici (corpi materiali, campi di forze etc.) e principi come causalità, località (e non località quantistica), conservazione dell’energia etc. Null’altro.
In anni recenti, una corrente di pensiero, nota col termine di Creazionismo o di Intelligent Design, ha iniziato a proporre in modo subdolo e infondato delle istanze critiche ad una delle teorie scientifiche più consolidate: la teoria evoluzionistica. Questi intenti, patrocinati da lobby di potere e vertici clericali, hanno portato a scontri molto aspri i quali hanno assunto indubbio risalto politico e socio culturale.
In questa sede, al di là dell'affrontare questi aspetti – assolutamente non disconosciuti – si vuol sottolineare l'aspetto filosofico teorico della questione.
La singolarità di questo scontro deriva essenzialmente dalle proposte avanzate dal versante creazionista: introdurre nell'ambito scientifico motivazioini che fanno riferimento a istanze sovrannaturali e extranaturali. Quel che si vuol ulterirmente dimostrare è la palese incongruenza e infondatezza epistemologica di queste singolari velleità. Ma lo si vuol fare da una nuova prospettiva interpretativa.
Dalla nascita della scienza sino ad oggi il progresso scientifico è stato condotto in modo ininterrotto proponendo estensioni e revisioni di ‘ipotesi interpretative fondate su enti immanenti’ con altre ‘ipotesi interpretative fondate su enti immanenti’. Questo è occorso nella fisica atomica con la teoria delle particelle sub atomiche (protone etc.), le particelle elementari (quark, etc.) fino alle moderne teorie sulle stringhe, brane e quant’altro. Questo si sta facendo, ad esempio, per formulare una versione quantistica della teoria della relatività di Einstein.
Ebbene: in nessuno di questi settori è stata mai invocata la mano di Dio per ovviare alle carenze evidenziate dalle varie teorie!
Bohr non ricorse alla sovrannaturale mano di Dio per risolvere il paradosso dell’elettrone che non cade nel nucleo e dargli colpetti di assestamento, ma una concezione quantistica ereditata dal pionieristico lavoro di Planck; né Einstein invocò l’Eterno per fondare la sua teoria muovendo dal paradosso della costanza della velocità della luce risultante dall’esperienza interferometrica di Michelson e Morley. Né Zelinger e Bell hanno proposto soluzione dell’entanglement degli esperimenti EPR ricorrendo a interventi sovrannaturali. Scienza chiama altra scienza. Null’altro!
Cercare di risolvere carenze delle spiegazioni scientifiche invocando sedicenti e insondabili interventi sovrannaturali (si noti lo scandalo teologico di un Dio tappabuchi ridotto a un raggio d’azione sempre minore dagli sviluppi scientifici!) è epistemologicamente aberrante e comico! Ogni tentativo di introdurre concezioni di tipo creazionista è da intendere come intento perfettamente a-scientifico; pura metafisica di bassa lega!
Eppure questi tentativi vengono continuamente proposti, specialmente nei mass media, in assoluto spregio dei principi epistemologici, e con una costanza che sfugge dalla quotidianità. Una testimonianza dei veri intenti del creazionismo è data dallo statuto dell’AISO (Associazione Italiana Studi delle Origini), associazione creazionista nel quale si propone (testuale) “… che le teorie evoluzioniste non possono essere considerate un fatto scientifico indiscusso e senza alternativa. Nella scuola e società italiana, per esempio, non dovrebbe essere ignorata la critica all'evoluzionismo e neppure il senso della proposta creazionista.”
Ora, è facile dimostrare come sia assolutamente infondata questa pretesa di affiancare (se non sostituire!) la teoria dell’evoluzionismo con il creazionismo nelle ore di Scienze della scuola. Queste due posizioni non hanno lo stesso status! La prima è infatti teoria ‘scientifica’ – sicuramente da sottoporre a un continuo vaglio interpretativo – la seconda pura (ma assolutamente debole) congettura metafisica, filosofica. La scienza chiama scienza.
Ora: nel creazionismo (e nell’Intelligent Design) di scienza non ve n’è punto!
Il fatto è semplice: non esiste nessuna teoria scientifica in cui sia invocato un ente trascendente! È una palese contraddizione formale e epistemologica.
Ma qui si ricorrerà a una distinta strategia di opposizione al creazionismo. I creazionisti pretendono di mettere alla berlina l’evoluzionismo invocando scientemente il corretto principio epistemologico che nessuna teoria scientifica debba esser considerata fatto indiscusso e senza alternativa. Stiamo al gioco allora; democraticamente però! Se il creazionismo pretende di esser collocato sullo stesso piano di una teoria scientifica… ebbene si può sottoporre anch’esso ad analogo destino: ovvero, il creazionismo non può essere inteso quale ipotesi di fatto indiscussa e senza alternativa.
Si conceda sulle prime, pur se per assurdo, che le due posizioni si trovino sullo stesso piano epistemologico.
Bene : quale alternativa (scientifica) è stata mai formulata a fronte della teoria dell’evoluzione?
Il fatto singolare è che non è stata sinora proposta alcuna alternativa. Neanche una! Nel frattempo l’evoluzionismo è nel pieno di un incessante sviluppo dovuto a continue estensioni e affinamenti della teoria darwiniana originaria (come avviene in ogni altro campo scientifico!). Si hanno, tra le tante, la teoria degli equilibri puntuati di Gould e Eldredge, la teoria neutralistica di Kimura, le varianti della teoria ‘semantica’ di Marcello Barbieri, le implementazioni fondate su principi strutturali esogenetici, sull’Evo-Devo, che prendono in considerazione regole geometrico funzionali, vincoli diffusivi termodinamici, aspetti inerenti funzioni metaboliche e leggi valide a livello molecolare, e quant’altro. Tutti contributi (immanenti) aggiuntisi a sostegno dell’unica proposta interpretativa scientificamente verificabile del fatto evolutivo. La seguente (descritta in estrema sintesi):
1: La variabilità genetica di una popolazione di organismi viventi è trasmessa casualmente alle generazioni successive.
2: le esponenziali dinamiche riproduttive degli organismi viventi sono limitate dalla carenza delle risorse ambientali disponibili: ciò causa una competizione per l’accaparramento delle risorse e limita la crescita delle diverse popolazioni che restano costanti sotto il profilo demografico. Da ciò:
3: le popolazioni sono sottoposte a una continua selezione naturale data dal fatto che gli individui con maggiore adattabilità all’ambiente si riproducono con maggior successo. La selezione naturale favorirà organismi con maggior adattabilità (fitness), nella fattispecie più adatti, aumentando la frequenza dei loro caratteri genetici nelle generazioni successive.
In estrema sintesi, la teoria di Darwin è tutta qui: Tre Mosse. Notare come la trasmissione casuale dei geni sia indifferentemente mantenuta in ogni ipotesi moderna! Non è stata mai proposta in sua vece alcuna alternativa capace di inglobare la genetica moderna (Mendeliana e post Mendeliana) altrettanto efficace!
E neanche il creazionismo (e l’Intelligent Design) è riescito a proporre qualche variante epistemologicamente equivalente a questa terna di affermazioni.
Né possono farlo, visto che le uniche alternative all'evoluzionismo proposte dai sostenitori di tali congettureè che questa terna di fenomeni debba essere o:
A) rigettata in quanto falsa; o:
B) sottoposta a supervisione e specifici interventi da parte di un ente sovrannaturale (Dio).
Ebbene, si dimostra come queste due alternative siano rispettivamente:
1) assolutamente falsificata a livello sperimentale e;
2) intrinsecamente indimostrabile a livello epistemologico.
È da notare che tutte le obiezioni sollevate dai movimenti creazionistici e sostenitori dell’Intelligent Design non siano rivolte all’aspetto teorico dell’evoluzionismo ma alle sole evidenze paleontologiche proposte a sostegno dello stesso.
Il fatto è che ‘nessuna di queste evidenze’ è parte della teoria dell’evoluzione. Questi sono dati sperimentali, non la teoria evolutiva!
Qual'è, al contrario, la situazione in cui versa il creazionismo? Ci si affianca alla critica sinora condotta secondo i canoni della classica opposizione laica avanzando una provocatoria critica al creazionismo da aggiungere all'ortodossa opposizione laica materialistica.
La provocazione è condotta alla luce di un fondamentale principio della biologia, quello della esclusione competitiva, secondo il quale la competizione naturale più aspra si ha tra specie che condividono la stessa nicchia ecologica. Dunque ci si schiererà a fianco dei darwinisti classici (normalmente atei), alla luce di una posizione agnostica che rispecchi il vero contenuto di conoscenza o meglio non conoscenza del tema, per congliggere con gli antievoluzionisti (alias teisti) muovendo da una alternativa prospettiva critica.
La strategia è la seguente: invece di opporsi al canone Sacro dall’esterno, come viene condotto dall'ateismo, perché non proporre un’alternativa agnostica, laica ma interna al polo filosofico del Sacro, ai sensi di una competizione epistemologica? Forse non si doveva ‘spingere’ per chiudere quella porta: forse la si doveva ‘tirare a sé’, per aprirla, senza timori, all’indagine filosofica laica.
Se si vuol contrastare una idea collocabile in un preciso filone filosofico, forse è possibile farlo non solo opponendo la sua netta antitesi filosofica... ma anche mostrando come i suoi fondamenti siano intrinsecamente risibili in confronto ad una alternativa collocata nello stesso filone. In confronti come il presente in cui sono presenti, nei rispettivi filoni filosofici del teismo e dell'ateismo, innegabili contenuti ideologici, porre una critica alternativa, interna allo stesso filone può generare un contrasto intestino estremamente caustico.
In altri termini: un'infezione batterica o una infestazione colturale possono essere certamente combattute con presidi (antibiotici o principi antiparassitari) che cerchino di ledere fisicamente gli agenti infettivi e patogeni; ma in alcuni casi è più opportuno applicare principi alternativi, come la la vaccinazione o la lotta biologica. Queste eleganti e raffinate strategie alternative di neutralizzazione in alcuni casi risultano ben più efficaci essendo in grado di sviare le normali strategie di difesa dell'agente patogeno e di sfuggire dai limiti delle normali tecniche di lotta. Sono strategie raffinate quanto pragmatiche, realistiche: quando non si può giungere all'eliminazione completa della causa diretta di una patologia forse l'unica strategia perseguibile è quella della neutralizzazione. Quando non si può debellare definitivamente un patogeno è auspicabile trovare qualcosa in grado di competere con lo stesso, di togliere spazio ecologico - nel caso in essere: filosofico.
Ad esempio: normalmente lo scontro tra evoluzionisti e creazionisti è condotto in ossequio al seguente, scontato sillogismo:
‘Se’ l’evoluzionismo è vero ‘allora’ Dio non esiste.
Da ciò derivano conclusioni opposte:
a) L’evoluzionismo è vero: allora Dio non esiste; dunque bisogna optare per l’ateismo;
b) Dio esiste: allora l’evoluzionismo è falso. Per questo si deve optare per il teismo.
Tutti i contrasti in essere tra creazionismo (in senso lato religione) e evoluzionismo (in generale scienza e laicismo) sembrano ancorati su questo assunto: una copiosa letteratura internazionale è a testimonianza di questa realtà. Malgrado decenni, se non secoli, di aspra contrapposizione, la questione seguita a languire in una immutabile condizione di sterile stallo: una guerra di posizione da cui non sembra sortire alcuna soluzione. Anzi, istanze fondamentaliste sembrano aver ripreso vigore e stanno conducendo a una tragica estremizzazione dello scontro.
In realtà si dimostra come tale sillogismo sia filosoficamente e logicamente infondato.
L’evoluzionismo non fa alcuna affermazione in merito alla possibile esistenza o meno di un ente creatore. Né può farlo, proprio per il suo essere teoria scientifica. La scienza non contempla interventi sovrannaturali: è a-tea nella sua prassi. Ma, ammesso questo, è agnostica nella collocazione filosofica. Differenza sottile… ma sostanziale.
L’evoluzionismo è agnostico – come lo fu lo stesso Darwin. Chiarito questo punto, è inevitabile – come accadde alla teoria eliocentrica sostenuta da Galilei – comprendere come in questo campo si possa applicare una strategia alternativa, ai sensi di quanto proposto. Ad esempio è possibile dimostrare come in realtà possano intercorrere insormontabili incompatibilità tra ‘particolari accezioni di Dio e creazione’ e le istanze dell’evoluzionismo. Ovvero: si può dimostrare come tali specifiche accezioni del sacro siano contingenti e infondate.
E questo è quanto dimostrato in questo lavoro, nel quale si propone un vaccino, o se si vuole un Cavallo di Troia capace di superare le barriere difensive e le normali armi del creazionismo classicamente spianate contro l'esterno, contro il laicismo e la scienza moderna.
È infatti possibile mostrare che:
A) L’evoluzionismo è in contraddizione con l’idea di Dio (e creazione) dei creazionisti.
B) L’evoluzionismo può risultare coerente con concetti alternativi di Dio (e creazione): il Dio (Kenotico) di Darwin.
Con ciò si giunge alla confutazione dell’opzione A) solitamente opposta all’evoluzionismo.
L'opposizione al creazionismo può procedere dunque da due direzioni parallele: quella classica, esterna, materialistico naturalistica e la presente, interna, agnostica, che non arrischia alcuna affermazione (mere congetture metafisiche) in merito al tema ateismo/teismo tout court ma delinea - realisticamente - una terza posizione interpretativa del tema non viziata da scelte epistemologicamente impossibili: per l'appunto ideologiche.
Ciò costituisce l’applicazione del principio di esclusione competitiva di cui si accennava. Come dire: 'Il nemico del mio nemico mi è amico'.
Si precisa come non si stia proponendo alcun Dio di Darwin: si conduce solo un’analisi filosofica che si presenta come caustica provocazione nei confronti del creazionismo ortodosso. Questa provocazione smaschera da una nuova luce le vere velleità ideologiche e la parzialità e contingenza delle posizione degli antidarwinisti, che speculano sugli aspetti di forza del metodo scientifico solo ed esclusivamente per sostenere visioni ideologico confessionali – tra l’altro fondate su assunti pre scientifici assolutamente contingenti e anacronistiche.
In altri termini: la trasformazione globale della scienza occorsa nel corso del ‘900 esige a livello filosofico ad una altrettanto inedita trasformazione del retroterra filosofico in cui si collocano questi temi.
La scienza, darwinismo in testa, può dimostrare dunque, senza pregiudizi di sorta, in modo rigorosamente filosofico, che i ricorrenti concetti di Dio, scienza, religione sono contingenti, infondati: ovvero diventare strumento di una discriminazione filosofico profonda. Come arguì Dewey, il pensiero darwiniano è molto più dirompente ed efficace di quanto si pensi. «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia» scrisse Shakespeare. La laica proposta del Dio di Darwin può svelare una realtà celata là dove non si era mai osato… osare!È vero: niente è più fecondo del mettere in dubbio l’ovvietà…
Quando non si capisce, si diventa solenni. Ciò ha giovato alla morale.
Friedrich NietzscheLa credenza è una consapevolezza che placa l’irritazione del dubbio,
il quale a sua volta è all’origine dell’onere del pensiero.
Per questo, quando si smaschera e si sconfessa una credenza,
tutta l’irritazione in essa trattenuta deflagra all’esterno.
SommarioCapitolo 1
Il Dio di Darwin: Evolutionistic Design vs Intelligent Design p. 5
Capitolo 2
Teismo, deismo e ateismo alla luce della teoria evoluzionistica p. 26
Teismo e deismo: tra dogma e laicità p. 45
Capitolo 3
Scienza & Sacro. Contributi quasi teologici della scienza p. 59
Capitolo 4
Scienza e deismo. La nuova sintesi p. 66
Apertura e intrinseca indeterminatezza delle dinamiche evolutive p. 79
Capitolo 5
Evolutionistic Design: l’alternativa all’Intelligent Design p. 84
Evolutionistic Design: istruzioni (e precauzioni) per l’uso p. 86
Capitolo 6
Deismo e Bibbia p. 115
Capitolo 7
Conclusioni p. 134
Il Dio di Darwin e il confronto evoluzionismo/creazionismo (ID).
Strategie di una provocazione… p. 143Bibliografia p. 164