2000: Neuroscienze ed Evoluzionismo
Dalla presentazione
Dagli sviluppi contemporanei di molte discipline
scientifiche emergono due tendenze apparentemente contraddittorie. Da un lato,
un processo di esasperata specializzazione che segmenta, moltiplica e allontana
fra di loro i campi di indagine; dall'altro lato, la tendenza ad interpretare
i fenomeni secondo un approccio multidisciplinare che solleva il problema della
uniformità della logica che informa le diverse discipline.
L'orizzonte di ricerca delle scienze umane è stato per lungo tempo ancorato
ad una visione deterministica del mondo mutuata dalle scienze naturali e ad
un'impostazione "positivistica" della conoscenza. In tempi più
recenti nuovi suggerimenti si sono posti alla riflessione epistemologica. Ne
è emersa la formulazione di un paradigma interpretativo di natura interdisciplinare,
imperniato su una concezione indeterministico evolutiva che si è progressivamente
estesa al di fuori dell'ambito canonico dell'evoluzione intesa in senso biologico.
Questo volume rappresenta un tentativo di approccio multidisciplinare ad un
tema complesso e controverso quale quello dell'influenza ambientale sulle espressioni
superiori che coinvolgono il cervello umano. In questo intento gli autori, partendo
dai risultati dei più recenti sviluppi della genetica, danno conto del
processo di revisione concettuale che ha investito questioni dibattute
da tempo dalla comunità scientifica e tradizionalmente impostate in un'ottica
di contrapposizione, come quella relativa al rapporto tra induzione genetica
ed ambientale. Inquadrando le fonti di determinazione naturale e culturale in
un contesto non dicotomico, ma frutto di una complessa azione sincretica, lo
studio si muove lungo un percorso da cui scaturiscono altri elementi di riflessione.
La revisione dello spazio nel quale situare
l'azione modellatrice dell'ambiente culturale e le sue potenzialità di
condizionamento pone in nuova luce l'influenza della struttura socio-economica
e della forma religiosa. Assume rilevanza in particolare il tema del rapporto
tra sistema di produzione, assetto sociale e contesto religioso, che viene qui
inquadrato nella duplice prospettiva delle società di tipo pre–statuale
e delle società statuali. Alle prime è associato un modello religioso
primitivo–naturale, fondato su una valenza esclusivamente creatrice delle divinità;
alle seconde corrisponde una struttura teologica più evoluta e rigidamente
monoteistica, che trova i punti focali nel contenuto prescrittivo–normativo
e in una forte connotazione morale dell'ente soprannaturale.
L'indagine di tipo etnologico e psicologico svolta nel lavoro ruota attorno
a questa distinzione, ma la tesi esposta va oltre la ricognizione di alternativi
modelli socio–economici e delle rispettive implicazioni sui piani etico e religioso.
Vengono richiamate infatti questioni un tempo a lungo dibattute, come ad esempio
quella della relazione tra sistema socio-produttivo e struttura religiosa, ereditarietà
ed ambiente nonché le tesi sull'innatismo degli istinti aggressivi e
il ruolo dell'ambiente culturale nell'acquisizione dei comportamenti.
La trattazione di questi temi, che mostrano quanto sia ancora centrale la soluzione
del rapporto tra biologia e cultura, spinge gli autori a proporre un nuovo approccio
evoluzionistico al comportamento sociale e alla personalità dell'individuo.
Alla luce di una concezione evoluzionistica delle idee di normalità e
di malattia, secondo un orientamento che tende ad una radicale revisione del
concetto di salute mentale, a loro giudizio, è possibile valutare l'incidenza
delle espressioni psichiche normali e devianti in distinti contesti socioeconomici
e spiegare la correlazione tra dinamiche psicologiche ed usi e tradizioni culturali.
L'affermazione del principio di autorità
e del principio di gerarchia che regolano il sistema produttivo e di aggregazione
sociale nelle culture statuali di tipo occidentale si pone all'origine di meccanismi
che le teorie freudiane tendono a spiegare con lo schema tripartito Io–Es–Super
Io.
Secondo gli autori l'ipertrofia del Super io e la dinamica delle relazioni edipiche,
che derivano dall'elaborazione di una marcata sudditanza etico morale dell'individuo
nei confronti del sacro, non soltanto non costituiscono tratti ineliminabili
della personalità umana, ma possono presentare soluzioni diverse in funzione
del diverso sviluppo della coscienza individuale e collettiva. A loro giudizio
il problema può essere affrontato grazie ai contributi più recenti
delle neuroscienze sulla formazione strutturale e funzionale del cervello umano,
e sull'emersione della coscienza.
Il tema, sostengono gli autori, è ricco di implicazioni sia sul piano socio-culturale, ad esempio per quanto riguarda la rispondenza fra scelte individuali e modelli di comportamento proposti dal contesto istituzionale, sia sul piano epistemologico e filosofico, sia per riesaminare tesi del passato, sia per comprendere problemi contemporanei quali i limiti della conoscenza e gli studi sul caos.
Su una materia affascinante ma di difficile trattazione, il lavoro presenta una interessante prospettiva di lettura, mostrando spunti di originalità, secondo un'impostazione multidisciplinare che consente di basare l'approccio critico ai "mali" della nostra società su fondamenti teorici ed empirici.
Massimo Finoia
Università degli Studi Roma Tre
Roma, 21 novembre 1999