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Divisione tra Teoetotomie e Religioni


Un nuovo paradigma scientifico 

nel dibattito scienza fede.

 

1) Impostazione. Problema: I concetti classici di creazione, di Dio, di peccato a fondamento delle religioni attuali sono collegati ad una visione della natura oramai decisamente confutata, e non sono in grado di coesistere armonicamente con le moderne concezioni scientifiche. E' possibile allora derivare da quest'ultima un inedito modello metafisico che intenda in modo nuovo i contenuti dell'ipotesi religiosa?

2)  Tesi. L'evoluzione storica delle culture umane è generalmente intesa come un processo unitario, in cui viene parallelamente collocata anche l’evoluzione delle credenze religiose - strettamente connesse alla realtà socio culturale. L’analisi sociologica delle credenze religiose mostra invece come le trasformazioni necessarie per passare dalla primitive concezioni di una vita d’oltretomba alle attuali religioni siano estremamente drastiche.

Questi cambiamenti evidentemente non sono il risultato di lenti «miglioramenti», quanto repentine «mutazioni» delle concezioni filosofiche e teologiche, collegate ad altrettanto fondamentali «rivoluzioni» socio culturali. Si sostiene allora la necessità di ricostruire l’evoluzione delle credenze religiose mediante un itinerario fatto di ramificazioni e percorsi paralleli da porre in alternativa al concetto di progressivo, univoco itinerario evolutivo con cui si giungerebbe «inevitabilmente», in un evidente eccesso etnocentrico, alle religioni «moderne». In quest’ultimo le altre credenze religiose rappresenterebbero dunque modelli «minori, incompleti od imperfetti».


Figura 1

La nostra ricostruzione mostra come le religioni «moderne» siano da intendere come termini finali di una evoluzione in realtà contingente, esclusiva solo di una piccola parte della sfera del sacro, ed indica come tale processo rappresenterebbe piuttosto il risultato di una particolare degenerazione filosofica.

3) Stato di fatto. Nel panorama etnologico delle religioni si ha conferma dell’esistenza di due antitetiche polarità del sacro. Nella prima modalità la divinità assume principalmente un ruolo «creativo», non mostrando alcun carattere di onniscienza morale rivolto al condizionamento etico dell’uomo. In queste culture l’accesso alla vita d’oltretomba non è influenzata dal comportamento dell’individuo. La sfera etica è dissociata dal sacro in relazione al destino futuro dell’individuo e questo rende decisamente gratificante il rapporto uomo-Dio. Questi modelli «senza peccato» sono tipici di culture, solitamente intese come «primitive», ad organizzazione sociale pre-statuale.

Nelle culture «moderne» la divinità assume una preponderante funzione morale e censoria, esprimendo una capillare onniveggenza delle azioni umane. In questo secondo polo del sacro, ove le scelte etiche dell’individuo condizionano la qualità della sua futura vita d’oltretomba, si sviluppano aspetti ulteriori: l’esistenza di una elite sacerdotale, l’affermazione di assolute norme etiche e del concetto di peccato, di oblazione e di colpa.

In esso il rapporto uomo-Dio risulta profondamente alterato e l’uomo è scaraventato in una condizione di corruzione e sudditanza etica nei confronti della divinità psicologicamente molto problematica. Questo polo e' strettamente correlato a strutture sociali classiste, autoritaristico-statuali e sessuo-repressive.

4)  Analisi. Numerose evidenze filosofiche, sociologiche e psicanalitiche ci conducono ad intendere questi ultimi modelli come autentiche «degenerazioni» del sacro. Questo fatto ci autorizza a distinguere i due sistemi con i termini «religioni» e «teoetotomie» rispettivamente in funzione dell’assenza o presenza della funzione morale, essendo ogni sistema dotato di caratteri formali, origine ed evoluzione a sé. Le «religioni», per la loro maggiore semplicità e per il fatto di essere tipiche di sistemi pre-statuali, furono certamente antecedenti alle «teoetotomie». È impossibile proporre un’«evoluzione» delle credenze religiose in cui si attui un’«inevitabile transizione» dal modello «religioso» a quello «teoetotomistico».

Meccanismi socio-psicologici evidenziati da analisi etnologiche, psicanalitiche e sociologiche indicano come una «evoluzione morbida» sia decisamente improponibile, anche per la potente avversione di qualsiasi cultura alla trasformazione di un importante aspetto culturale quale un modello socio religioso. Come poté dunque avvenire questa trasformazione quando ancora non si era affermata una qualsivoglia concezione «teoetotomistica»? È necessario il verificarsi di un evento culturale dirompente, sicuramente mediato da fatti contingenti, affinché si realizzi lo «sblocco», la «mutazione» che si esprimerà poi in una nuova caratterizzazione psicologica e sociologica della personalità dell’individuo «medio» di tali culture. Tale trasformazione rappresenta comunque una «involuzione» filosofica del concetto di divinità creatrice in divinità eminentemente morale, da cui segue una degenerazione del rapporto ontologico uomo-Dio.

5)  Sintesi. Evidenze storiche ed etnologiche mostrano che la trasformazione da società pre-statuali a società statuali, classiste, avvenne nel bacino Medio-orientale all’inizio del Neolitico. Si propone di collegare l’avvento delle «teoetotomie» a tale evento storico. Questa grande mutazione delle concezioni teologiche e cosmologiche originò profonde trasformazioni sociali affermando la superiorità morale del Dio sull’uomo, e conducendo all’affermazione di un’analoga autorità etica da parte di una elite - il clero - che imponeva severe norme etiche della società mediando la funzione divina. Questo potente mezzo psico-culturale e politico permise l’affermazione delle società teocratiche, classiste, «statuali» che soppiantarono le culture religiose.  

Figura 2

6)  Conclusioni. I contenuti di questo nuovo paradigma, apparentemente paradossali rispetto a quelli delle concezioni teologiche a noi più consuete, permettono di riformulare il concetto di Dio, di creazione, la nostra stessa «intuizione» filosofica dell’essere uomo, i nostri interrogativi di fondo. Questa concezione, oltre alla rilettura dell’evoluzione religiosa tramite una nuova concezione del sacro, propone la transizione tra Religioni e Teoetotomie quale interpretazione psico-sociologica della «caduta originale» narrata nella Genesi, superando così tutti i problemi che le teorie scientifiche moderne - evoluzionismo in testa - hanno sinora sollevato e proponendo un nuovo paradigma esegetico. Assolutamente coerente, al contrario delle interpretazioni classiche, con la concezione evoluzionistica ed indeterministica sostenuta dalle teorie scientifiche moderne - evoluzionismo, fisica quantistica, teoria della relatività etc. -, lo stesso si colloca nel dibattito «fede scienza», «ateismo teismo» come «terzo» polo interpretativo.

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